Santa Croce di Magliano, mercoledì 21 gennaio 2004

     

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un problema che interessa tutto il bassomolise


Dopo la manifestazione in piazza, continuano le discussioni sulla turbogas


ecco le top news dello scorso weekend

 

 

Turbogas, la gente scende in piazza (17/01/04)

di Carlo D’Angelo (da Primonumero.it)

“Vogliamo respirare” gridavano i bambini. “Siamo stanchi della svendita del nostro territorio”: gli adulti. 
Migliaia di persone hanno manifestato sabato pomeriggio per sostenere la loro contrarietà alla costruzione della centrale turbogas prevista al Nucleo industriale di Termoli. Un lungo serpentone di cittadini che non ha tradito le aspettative degli organizzatori: circa seimila persone hanno sostenuto i dirigenti della Questura, quasi diecimila invece per i promotori. Al dì là delle cifre probabilmente è importante il dato: le persone che hanno deciso di opporsi alla costruzione dell’impianto a ciclo combinato sono tante per una realtà come Termoli. Tante anche in considerazione del fatto che questa è stata la più imponente sfilata dal dopoguerra ad oggi.

Migliaia di dimostranti, quindi, alcuni dei quali provenienti dai paesi limitrofi, ma anche da realtà come Bojano e Napoli, per dire “no alla svendita del territorio”. Semplici cittadini e politici, bambini e rappresentanti di associazioni di categoria e partiti hanno espresso la loro disapprovazione per quanto sta accadendo a Termoli. Hanno puntato il dito e lanciato slogan contro i danni alla salute che l’impianto da 800 megawatt provocherebbe alla collettività come descritto, tra l’altro, nell’analisi dei ricercatori Armaroli e Po del Cnr riportata in uno studio che non è stato mai smentito dal Cnr stesso - nonostante in questi giorni incalzino interviste e articoli in cui si sostiene artificiosamente il contrario. Fatto sta che per centinaia di persone, per i genitori di tanti bambini, il diritto alla salute resta sacrosanto, “e per questa ragione noi faremo di tutto per contrastare questo ulteriore insediamento pesante che potrebbe aggravare i già noti problemi che noi termolesi stiamo vivendo da alcuni anni” - ha sostenuto Mario, in sfilata con la moglie e il figlio in passeggino.

E a dire no, ad urlare slogan come “L’energia siamo noi”, oppure “Si alla vita, no alla turbogas”, ma anche “Il Gattone ha sette vite, noi una: difendiamola”, erano in tanti, anche i politici di sinistra - come ha scritto l’avvocato Giovanni Di Giandomenico (fratello del sindaco) in un editoriale sul ‘Il Tempo Molise’: “..non importa se strumentalizzano il problema. L’importante è che il problema venga risolto e i cittadini siano messi in posizione più tranquilla (...)”. C’erano consiglieri regionali di opposizione, parlamentari (Roberto Ruta e Cinzia Dato), consiglieri di minoranza al Comune di Termoli, sindaci di numerosi paesi del basso Molise: amministrazioni di destra e di sinistra. Mancavano solo gli amministratori di maggioranza di Termoli.

Ciò che ha creato qualche perplessità, invece, è stata la presenza massiccia delle forze dell’ordine. Poche ore prima dell’inizio della manifestazione, introno alle 14, la stazione ferroviaria è stata blindata, chiusi tutti i cancelli e presidiate le vie di accesso: c’erano svariate decine di poliziotti in tenuta anti sommossa giunti appositamente da Bari. “C’era il rischio che invadessero la stazione e noi dovevamo impedirlo” - si sono giustificati i dirigenti della polizia. Chi avrebbe dovuto occuparla non si sa. Forse i Disobbedienti che hanno preso parte al corteo seguendo un camion che diffondeva musica e che per tutta la durata della sfilata, terminata intorno alle 19, che hanno commesso “trasgressioni” quali: 1) balli scalmanati in alcuni tratti della marcia; 2) accensione di alcuni fumogeni da stadio, tenuti in mano da Italo Di Sabato, con l’immancabile cappellino da incursione con la scritta “disobbedienti”, e da Francesco Caruso, giunto da Napoli per “ribadire la nostra vicinanza ai termolesi e la contrarietà all’inquinamento dell’ambiente”.

Poi c’erano i bambini, tanti bambini che nascondevano occhi dolci e speranzosi dietro le mascherine anti polvere. Tenevano in mano alcuni cartelli: “Voglio un futuro sano”, “Si alla vita, no alla turbogas”. I trattori degli agricoltori chiudevano il corteo aperto dai gonfaloni di alcuni comuni bassomolisani; al passaggio del lungo e variopinto serpentone alcuni negozi hanno abbassato la saracinesca a metà in segno di solidarietà e compartecipazione. Sopra le teste sventolavano bandiere della pace, ma anche di partiti politici e di categoria, anche se gli organizzatori avevano chiesto di non portarle.
“Il segnale è importante - ha sostenuto soddisfatto Marcello Antonarelli, portavoce del Comitato civico termolese - tanti cittadini sono qui per manifestare il loro dissenso per un insediamento pesante che pregiudicherà per sempre lo sviluppo sostenibile della zona”. Ora bisogna vedere se il messaggio è stato recepito, se si riuscirà, attraverso piccoli ma risoluti passi, ad ottenere ciò che molti, ormai senza alcun dubbio, chiedono con fermezza: la sospensione dell’autorizzazione per la costruzione della turbogas della società Energia Spa, e reale attenzione per lo sviluppo della zona.

guarda le foto della manifestazione sul sito... www.primonumero.it

 

 

La scheda 03/11/2003 Centrali a turbogas? No, grazie, preferisco respirare!

Un nuovo studio dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna mette in guardia sui danni per l’ambiente e la salute derivanti dall’apertura di nuove centrali a turbogas.
Le nuove centrali a turbogas per la produzione di energia sono altamente inquinanti e pericolose per la salute dell’uomo. E’ quanto emerge da un nuovo studio dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna pubblicato sul numero di novembre de "La chimica e l’industria", organo ufficiale della Società chimica italiana. 
"Una centrale a ciclo combinato a gas naturale (turbogas) da 800 Mw", spiega Nicola Armaroli, autore della ricerca, "brucia un miliardo di metri cubi di gas all’anno e produce parecchie centinaia di tonnellate di polveri fini e ultrafini, le più pericolose per la nostra salute. Nonostante questo, in nessuno delle decine di progetti per nuove centrali elettriche che utilizzano questa tecnologia, inclusi quelli già autorizzati dal ministero dell’Ambiente, si fa menzione della produzione di questi pericolosi inquinanti". 
L’apertura di nuove centrali a turbogas andrebbe ad aggravare una situazione già critica sul piano ambientale soprattutto nella Pianura Padana che, per le polveri fini ed ultrafini, è una delle zone più inquinate d’Europa.
La legge è inadeguata e non protegge la salute pubblica. Infatti per ottenere l’autorizzazione per nuove centrali si richiede la stima della produzione di particolato ultragrossolano emesso direttamente dai camini (primario). Questo approccio è idoneo a stimare le polveri da impianti a olio combustibile o carbone, ma si rivela inutile per valutare l’inquinamento da polveri di centrali a gas che producono particolato di piccola taglia. "La lacuna nei progetti italiani", sottolinea Armaroli del Cnr, "è molto grave perché è dimostrato che è proprio il particolato di taglia minuta a danneggiare maggiormente la salute: più le particelle sono piccole, più penetrano lungo le vie respiratorie". Secondo Armaroli, quindi, "La costruzione di nuovi impianti a turbogas non può essere disgiunta da severe misure compensative per non peggiorare la qualità dell’aria delle zone interessate, come previsto, per esempio, dalla legislazione della California, una delle più avanzate in materia".

Per informazioni: Nicola Armaroli, armaroli@isof.cnr.it,
Ufficio stampa Cnr: Isabella Vannuttelli, tel. 06/49933984, i.vannuttelli@ufficiostampa.cnr.it

 

 

Centrali turbogas, queste sconosciute... 

di Giuseppe Listorto (da AltroMolise.it)

E' emblematico il fatto che oggi come qualche secolo fa, la pubblica opinione, meno elegantemente nota come "il popolino", appellativo inventato da qualcuno che di essa si asservì per fini propri e che lo fece senza troppi scrupoli, sia ancora tristemente schiava della propria ignoranza, di quella frustrazione che nasce dalla consapevolezza del deprimente inferno di una vita "sempre e comunque contro, ma purtroppo, sempre e comunque sottomessi", che la porti ad avere bisogno di un grande nemico comune, di una nuova congrega di streghe contro cui scagliarsi ferocemente per non impazzire, per sentire ancora una volta l'alito della vita...

Cosa sono queste Centrali Turbogas contro cui, con così grande veemenza ci si scaglia? Cosa sono questi mostri a tre teste che ci impolverano (oggi) e che alzavano la temperatura dell'aria e dell'acqua della nostra terra (ma questo ieri, oggi ci impolverano...)?
Non si può a mio avviso porre un freno al progresso, al benessere, all'agio e a quella pancia piena che ha fatto disconoscere il digiuno a parecchi.
Non si può e non si deve quando a farlo sono persone che hanno, consapevolmente o meno, altri fini che quelli della salvaguardia della salute e dell'ambiente.
Non si può e non si deve, quando le fonti citate in seno alla contestazione sono tendenziose oltrechè inattendibili poichè frutto di ricerche svolte su di un solo sito Turbogas che sorge negli Stati Uniti e che risultano essere errate a causa di una grossolana imprecisione su di un parametro che ha fatto, udite bene, lievitare la reale quantità di polveri emesse da un impianto di quella potenza, di almeno il 2000%!
Questo è assurdo e inaccettabile. Questo è oscurantismo. Questo nel peggiore dei casi diviene terrorismo psicologico. L'allargamento della produzione di energia elettrica, che un'amministrazione ed un cittadino di buon senso dovrebbe considerare come una fonte d'investimento, nella visione di una crescita economica e sociale, è oggi favorita da quelli che tecnologicamente possono considerarsi i migliori impianti di produzione di energia elettrica, sfruttanti il combustibile meno inquinante che esiste al mondo: il gas naturale.
Le emissioni di particolato sottile che tanto ci fanno paura non superano in realtà 1/20 di quanto propagandato sin ora. Non superano di certo lo smog del nostro attuale traffico cittadino (siamo a Termoli) e quello si che ci arriva dritto ai polmoni.
Ma perchè così accaniti contro questa turbogas? La Fiat produce automobili, che inquineranno molto di piu di una centrale turbogas, perchè non manifestare contro la Fiat. La Fiat produrrà automezzi che faranno morire le persone di cancro, di incidenti. Blocchiamo la Fiat! Facciamola chiudere! Ma alla Fiat ci sono tremila persone. Tremila voti. La turbogas è talmente semplice che quasi lavora da sola. E le turbogas non votano.

 

 

Sul sito www.santacroceonline.com abbiamo trovato questo intervento sulle centrali turbogas.
Tanto per non essere accusati di essere "pecorai", riteniamo di segnalarlo.

Capirete in seguito perchè citiamo le greggi ed i loro nobilissimi guardiani.

 

"Perché questo comitato non si indirizza alla Comunita' Europea per protestare?
Le emissioni nocive di monossido sono controllate da precisi regolamenti Europei e sono enormemente inferiori a quelli emessi dalle auto, camion e motorini. 
Non ho mai sentito dire che le turbine divorano 720 m.c. di acqua all'ora da buttare a mare creando nebbia (quest'ultima parola mi è molto nota nell'ambiente paesano!).
A questa turbina, con la tecnica moderna, si può aggiungere un congegno per il recupero dei gas di scarico e per il teleriscaldamento a circuito chiuso, che potrebbe riscaldare l' ospedale di Termoli e altri edifici. Com'è il caso della centrale di Moncalieri (a riguardo allego un giornale locale da dove si può attingere molte informazioni).
Vogliamo ricordare che la prima locomotiva a vapore usata nel Napoletano al principio del secolo diciottesimo, fu soggetta allo stesso tipo di critiche avanzate da sprovveduti, male informati e tecnicamente incompetenti. 
Ho da far sapere che le centrali turbogas occupano specialisti e professionisti non dei pastori!"

Sebastiano (Mike) Pollice florison@sympatico.ca

 

Aggiungiamo soltanto che non siamo proprio così sprovveduti. Sappiamo che l'energia serve per vivere. Il problema non è il progresso ma la compravendita del territorio da parte di singoli a spese della collettività: se le centrali, le scorie nucleari, ecc. ecc. producessero utili ripartibili concretamente fra tutti coloro che ne subiscono "il disturbo", forse, nel caso di dimostrata utilità per la vita ed il progresso, se ne potrebbe discutere. La prima volta che parlammo della questione proponevamo in cambio dell'installazione della centrale "non fiori ma opere di bene"! Chiedevamo, per esempio, invece che moneta sonante per rifare panchine e marciapiedi un bel polo oncologico, di quelli patinati, belli, di altissimo livello tecnologico e scientifico, tutto concentrato nel Basso Molise: una sorta di oasi medica in cui fosse possibile curarsi, magari inserendo professionalità già presenti in regione e che attulmente devono combattere con tagli e riordini. Chiedevamo un accordo a "trattativa pubblica" e, se raggiunta l'intesa, un contratto con la firma di tutti i cittadini elettori e contribuenti. 

La centrale, la chimica, i rifiuti radioattivi ci servono e siamo responsabilmente disponibili a prenderli in consegna? Ma se un privato cittadino vende un terreno ha diritto di essere equamente pagato con una valutazione che tenga conto di vari parametri: il posto, la produttività, l'accrescimento del valore negli anni..ecc.ecc. ; perchè gli agricoltori molisani, i balneatori, i commercianti, i nostri globuli bianchi dovrebbero rinunciare a stabilire un prezzo equo per qualcosa che ci appartiene? E il prezzo equo non sono i soldi, è la garanzia che questo territorio sarà vivibile anche per i nostri figli.

 

di Caterina Sottile (e-mail da AltroMolise.it)

 

 

Dopo la grande manifestazione di protesta di sabato contro l'installazione 
Turbogas, il sindaco di Termoli chiede rassicurazioni sulla centrale

In una missiva che Di Giandomenico ha inviato ai ministri delle Attivita' produttive Marzano, e dell'Ambiente Matteoli

Termoli (Cb), 20 gen. - Dopo la grande manifestazione di protesta di sabato contro l'installazione della centrale turbogas a Termoli,  il sindaco della cittadina adriatica e deputato dell'Udc, Remo Di Giandomenico, ha chiesto rassicurazioni sulla pericolosita' di impatto ambientale che la centrale potrebbe avere. Le richieste del sindaco sono contenute in una missiva che questi ha inviato ai ministri delle attivita' produttive, Antonio Marzano, e dell'Ambiente, Altero Matteoli. Nello specifico Di Giandomenico ha chiesto ai due ministri la posizione ufficiale del governo in merito alle ''presunte novita' scientifiche emerse dalle pubblicazioni dei ricercatori Armaroli e Po sul tema delle centrali a ciclo combinato''.
''Appena venuto a conoscenza dello studio Armaroli nel mese di dicembre - spiega Di Giandomenico - ho richiesto al CNR un chiarimento rispetto alle posizioni divergenti fra i ricercatori Armaroli e Po ed il professor Ivo Allegrini, direttore dell'istituto inquinamento atmosferico del CNR. Sono in attesa -ha proseguito il parlamentare molisano- di una risposta ufficiale dal CNR e ora anche dai ministri che hanno autorizzato la centrale''. ''Ritegno doverso sottolineare - ha concluso - che ove arrivassero rassicurazioni sulla validita' della valutazione di impatto ambientale che ha concesso l'autorizzazione alla centrale sia saggio cogliere con fiducia e rispetto una iniziativa imprenditoriale che potrebbe essere una opportunita' di sviluppo e crescita per il nostro territorio''. (fonte Adnkronos)

 

 

Minacce di denunce, precisazioni, prese di posizione: a distanza di pochi giorni dalla manifestazione di Termoli si accende il dibattito sulla centrale turbogas che dovrebbe sorgere nella zona industriale del basso Molise.

Le minacce sono quelle dei vertici della società "Energia", che dovrà realizzare la centrale. Continuano a dire, attraverso i microfoni di Telemolise praticamente ogni giorno che se Ruta e gli altri non la smetteranno la loro società sarà costretta ad adire le vie legali. Per quale reato? Questo è tutto da capire, anche se la società parla di "danni di immagine" e fa intuire che ad occuparsi della vicenda sarà eventualmente un giudice civile. 
I vertici di "Energia" parlano di strumentalizzazione e definiscono "falsi" i risultati delle ricerche di due scienziati del Cnr che hanno dimostrato, almeno stando alle loro teorie, che le centrali turbogas sono fortemente inquinanti e pericolose per la salute pubblica. "Energia" afferma che quelle conclusioni, pubblicate su importanti riviste scientifiche, sono state già smentite. 
L'on. Ruta, che è uno dei principali animatori della protesta contro la centrale, sostiene invece il contrario: dice che quella oggi è l'unica vera e documentata ricerca su questi nuovi aspetti, finora mai studiati, e che nessuno ha ufficialmente smentito, con una ricerca simile, i risultati a cui sono giunti i due scienziati. Perciò la protesta va avanti. Tutto il centrosinistra in una conferenza stampa tenuta alla Regione ha ribadito il suo impegno ed ha chiesto al sindaco di Termoli di revocare l'autorizzazione edilizia rilasciata ad "Energia" per costruire la centrale. Di Giandomenico ha precisato di non aver alcun potere - anche se sembra strano che un sindaco non abbia potere in materia urbanistica - ed ha annunciato di aver già chiesto rassicurazioni sulla pericolosità dell'impianto e sugli effetti dell'impatto ambientale che la centrale potrebbe avere. Le richieste del sindaco sono contenute in una lettera che il primo cittadino ha inviato ai ministri delle attività produttive, Antonio Marzano, e dell'Ambiente, Altero Matteoli. Di Giandomenico ha chiesto ai due ministri la posizione ufficiale del governo in merito alle ''presunte novità scientifiche emerse dalle pubblicazioni dei ricercatori Armaroli e Po sul tema delle centrali a ciclo combinato''.
''Appena venuto a conoscenza dello studio Armaroli nel mese di dicembre - ha dichiarato alla stampa - ho richiesto al CNR un chiarimento rispetto alle posizioni divergenti fra i ricercatori Armaroli e Po ed il professor Ivo Allegrini, direttore dell'istituto inquinamento atmosferico del CNR. Sono in attesa - ha aggiunto - di una risposta ufficiale dal CNR e ora anche dai ministri che hanno autorizzato la centrale. Ritegno doverso sottolineare che ove arrivassero rassicurazioni sulla validità della valutazione di impatto ambientale che ha concesso l'autorizzazione alla centrale sia saggio accogliere con fiducia e rispetto una iniziativa imprenditoriale che potrebbe essere una opportunità di sviluppo e crescita per il nostro territorio''. Insomma Di Giandomenico - e questo si sapeva da tempo - è favorevolissimo alla costruzione della centrale e non si lascia spaventare nemmeno dalla grande manifestazione del 17 gennaio scorso. Secondo gli organizzatori in piazza c'erano 12 mila persone, secondo i favorevoli alla centrale ce n'erano "soltanto" quattromila. A noi sembra, ammesso che abbiano ragione questi ultimi, che quattromila persone non siano affatto poche, ma - a lume di naso e dopo aver raccolto le testimonianze di diverse persone che erano presenti - riteniamo che ce ne fossero molte ma molte di più. Il discorso sui numeri si collega anche ad un altro aspetto: l'interesse e l'attenzione dei media alla manifestazione di Termoli. Tra gli organizzatori c'è chi accusa alcune importanti testate regionali di aver ignorato il corteo e la protesta, per non far vedere il grande seguito popolare che ha questo movimento spontaneo al quale aderiscono diversi partiti, molte associazioni, alcune amministrazioni e tantissimi cittadini. E qualcuno è pronto anche a chiedere l'intervento del Corecom e delle autorità preposte a garantire una corretta informazione. L'ultima questione riguarda il ruolo del centrosinistra in questa storia. I vertici della società "Energia" ogni volta che intervengono pubblicamente sottolineano con forza una cosa: a volere la centrale turbogas di Termoli è stato proprio il centrosinistra e in particolare la giunta guidata da Giovanni Di Stasi. Quindi, perché oggi protestano proprio quelli che hanno dato il via alla realizzazione di questo impianto? Tace l'ex presidente Di Stasi, che su questa chiamata in causa evidentemente non ha nulla da dire. Tace anche quello che era considerato il suo braccio destro nella giunta regionale dell'epoca, l'attuale capogruppo dei Ds Candido Paglione che in quell'esecutivo era il potente assessore all'agricoltura. 
Chi non tace è Gino Di Bartolomeo che era assessore all'ambiente e che ha ribadito ancora una volta di non aver mai firmato o rilasciato pareri positivi alla costruzione della centrale termolese. Se qualcosa è stato fatto evidentemente è stato fatto a sua insaputa. Ruta su questa storia ha poco da dire visto che, quando è stato assunto il provvedimento che è alla base della procedura autorizzativa della turbogas, lui in giunta non c'era già più: l'atto in questione è del novembre 2001, Ruta - eletto deputato nel maggio del 2001 - aveva già lasciato la giunta. Come andrà a finire? E' difficile prevederlo. La società "Energia", che fa capo al gruppo di Carlo De Benedetti, ha ormai in tasca tutte le autorizzazioni e i pareri favorevoli ed ha avuto buon gioco anche davanti alla magistratura. Può quindi procedere alla costruzione. L'unico che può fermare tutto, assumendo un provvedimento di grande responsabilità, è proprio il sindaco di Termoli che però, come abbiamo visto, ha già preso da tempo posizione su questa vicenda. Ruta e gli altri esponenti del centrosinistra annunciano battaglia e preparano altre iniziative, nonostante le minacce dei vertici della società "Energia".

(da AltroMolise.it)

 

 

Agli abitanti di Termoli va la solidarietà di noalnucleareinbasilicata.com

Auspichiamo che i cittadini italiani entrino come parte attiva (e non solo passiva) nel processo decisionale in materia di ambiente e territorio.

leggi l'articolo di lega ambiente sul sito http://www.noalnucleareinbasilicata.com/noalnucleare.php?ap=431

 

 


SONDAGGIO: SIETE FAVOREVOLI O CONTRARI ALLA TURBOGAS A TERMOLI ?


 

 



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