Santa Croce di Magliano, mercoledì 04 ottobre 2006

     

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ELEZIONI REGIONALI 2006


Centrodestra: Udc vicina allo strappo: “In Molise corriamo da soli”


Fumata nera a Roma, nell’incontro tra il segretario centrista Lorenzo Cesa e Berlusconi. Il partito di Casini chiede un candidato diverso da Iorio, ma il leader azzurro su questo non cede. In Molise gli udiccini non arretrano: “Se Roma non trova un accordo, non lo cerchiamo certo noi”, dice il segretario regionale Teresio Di Pietro. Entro sabato mattina la presentazione delle liste.

Quando mercoledì sera – 4 ottobre – a Roma il segretario nazionale dell’Udc è uscito scuro in volto da un colloquio con Silvio Berlusconi, il clima nel centrodestra era da fumata nera: «In Molise correremo da soli» ha detto infatti Lorenzo Cesa ai giornalisti che attendevano il verdetto del ‘faccia a faccia’. Ma molti, nella Cdl molisana, continuano a sperare che si tratti soltanto di una fumata grigia. E affidano la loro speranza al fatto che lo stesso Cesa, prima di annunciare la corsa solitaria del suo partito per le regionali del 5 e 6 novembre, ha anteposto due paroline: «Penso che…». E quel “penso che…” lascia ancora spazio a un possibile ripensamento.

Ripensamenti a parte, rimane il fatto che l’incontro col Cavaliere che doveva diradare le nubi nei rapporti sempre più tesi fra Forza Italia e Udc non ha diradato un bel nulla: «Siamo al punto di prima, e non è un bel punto» è la sintesi del solito Cesa. E con l’avvicinarsi della scadenza ultima per la presentazione delle liste (sabato 7 ottobre, a mezzogiorno) quella che sembrava essere solo una minaccia degli udiccini per strappare qualcosa in più a Iorio, sta trasformandosi nella reale possibilità di una clamorosa spaccatura del centrodestra.

Adesso, almeno ufficialmente, la questione non è più quella della “pari dignità” rivendicata da Casini quando, un paio di settimane fa, mise sul piatto per la prima volta l’ipotesi di uno strappo dalla Cdl in Molise. Adesso la questione principale ha un nome e un cognome ben conosciuti nella nostra regione: Michele Iorio. Gli udiccini capeggiati da Patriciello dicono che se il candidato del centrodestra sarà lui, loro se ne troveranno un altro e faranno gara solitaria: «Su qualsiasi altro nome, invece, non poniamo alcuna pregiudiziale» ha dichiarato il senatore Mauro Libé, delegato dai vertici nazionali del partito a dirimere la grana molisana.

Il coordinatore regionale dei centristi molisani, Teresio Di Pietro, dice più o meno la stessa cosa: «Non è un problema di coalizione, ma un problema di uomini. Michele Iorio, di cui in più occasioni abbiamo denunciato l’autoritarismo e contro il quale – non dimentichiamolo – abbiamo votato la sfiducia (gennaio 2006, ndr), si è autoproclamato candidato senza alcuna consultazione con gli altri partiti. Noi abbiamo anche chiesto le primarie, ma siamo stati ignorati. La frattura con Iorio c’era da tempo, spettava a lui sanarla e non l’ha fatto. Anche per questo abbiamo affidato la soluzione del problema ai vertici romani dei partiti, ma se loro un accordo non la troveranno, certamente non lo troveremo noi qui».

Il fatto che l’argomento in discussione sia diventato il nome di Iorio, mette sicuramente in difficoltà lo stesso Silvio Berlusconi, il quale non a caso mercoledì sera è andato all’incontro con Cesa sprovvisto del suo abituale ottimismo: «Spero di convincerli, ma sarà dura». Dura, soprattutto, perché convincere lo stesso Iorio a farsi da parte in dirittura d’arrivo è pressoché impossibile, così come è arduo pensare che sia Forza Italia che gli altri partiti che in Molise da più di un mese hanno puntato secco sul governatore uscente (a partire da An) possano improvvisamente dire ai loro elettori di aver ”cambiato cavallo” per assecondare un capriccio dell’Udc.

Al punto in cui si sono messe le cose, una retromarcia dell’ultimo minuto suonerebbe come una sconfitta per almeno uno dei due contendenti. Se infatti l’Udc dovesse alla fine appoggiare Iorio, si troverebbe a dover motivare il sostegno a un candidato accusato ripetutamente di scarsa collegialità e metodi dittatoriali; se invece fosse lo stesso Iorio a doversi tirare indietro, Forza Italia e An dovrebbero smentire un mese intero di dichiarazioni di intenti e proclami ufficiali assumendo il ruolo – non certo accattivante – di ostaggi di Patriciello & C.

Nel caso in cui l’annuncio di Cesa («Penso che in Molise correremo da soli») dovesse divenire realtà, ci sarebbe tuttavia un problema non di poco conto da affrontare. Col centrodestra diviso in due, infatti, le possibilità di vittoria sarebbero drasticamente ridotte. E dopo cinque anni passati nella stanza dei bottoni, quanta disponibilità hanno gli udiccini e i forzisti ad andare all’opposizione? Domanda a cui ne segue una ancor più maliziosa: forse qualcuno dei contendenti, anche in caso di sconfitta, ha intenzione di stringere accordi coi futuri vincitori?    fonte: www.elezioninews.it



 

 

 

 



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