GIORNATA
DELLA MEMORIA,
I RAGAZZI SOPRAVVISSUTI ANIMANO LA FIACCOLATA
San
Giuliano di Puglia. Giornata della memoria: in tanti hanno partecipato
in serata alla fiaccolata organizzata nel paese più colpito dal
terremoto del 2002. Quest’anno, per la la prima volta, "Il
cammino della speranza" è stato animato dai ragazzi sopravvissuti
al crollo della scuola "Jovine". Oggi loro sono quasi tutti
maggiorenni e hanno deciso di preparare delle riflessioni guidati da
padre Enzo Ronzitti.
La fiaccolata è partita dal parco costruito sulle macerie dell’edificio
scolastico con un appello simbolico dei bambini che non ci sono più e
della maestra, Carmela Ciniglio. Per ogni persona chiamata è stata
accesa una lampada da una grande fiaccola partita dalla chiesa madre di
San Giuliano di Puglia. Poi tutti presenti hanno acceso le altre torce e
si sono avviati lungo un percorso significativo che ha toccato la piazza
principale del paese, non a caso intitolata "31 ottobre", poi
alcune strade, il palazzetto e il cimitero.
Sette "stazioni" e un profondo coinvolgimento emotivo lungo il
tragitto, durante il quale sono stati letti dei passi della Bibbia, un
pensiero introduttivo e quindi le testimonianze dei ragazzi superstiti
al crollo che, dal profondo del cuore, hanno rappresentato la loro
esperienza. Da un lato, il ricordo degli amici che non ci sono più e
dall’altro la consapevolezza che la vita continua: «Ora - hanno
scritto Luigi, Michele e Gianluigi - affrontiamo il presente come tutti
i ragazzi della nostra età, normalmente, alla ricerca della felicità.
Cerchiamo di amare perché la felicità è amore e senza amore non
potrà mai esserci la vera felicità». Un momento di incontro e
condivisione per tutta la comunità di San Giuliano di Puglia anche in
vista del progetto di solidarietà lanciato nei giorni scorsi da Pompeo
Barbieri per dare corso a una raccolta di fondi destinata a realizzare
un’opera per i bambini più poveri del mondo.
(fonte testo: primonumero.it)
Commemorazione
27 bambini e maestra crollo scuola 'Jovine'
S.GIULIANO DI PUGLIA (CAMPOBASSO), 31 OTT - A undici anni dalla tragedia
della scuola "Jovine", oggi si commemorano i 27 bambini e la
maestra morti nel crollo della elementare il 31 ottobre del 2002.
Alle
11.32 la comunità del paese divenuto il simbolo del terremoto in Molise
si è ritrovata al cimitero davanti le tombe dei piccoli per pregare.
"Penso che il silenzio - ha detto il presidente della Regione
Molise, Paolo Di Laura Frattura - sia il modo migliore per esprimere
vicinanza ai familiari delle vittime". (fonte testo: ANSA)
La
regione si ferma e ricorda i 27 «Angeli» della scuola Jovine
SAN
GIULIANO DI PUGLIA Trenta rintocchi di campane, silenzio, preghiera e
fiori bianchi per i 27 «Angeli» di San Giuliano di Puglia, i bimbi
uccisi insieme alla maestra nel crollo della Jovine il 31 ottobre del
2002. A 11 anni di distanza, il ricordo dei piccoli ha commosso l'intera
comunità, riunita alle 11.32 nel cimitero del paese. Con le famiglie
del paese c'erano amministratori regionali e comunali, giovani e molti
bimbi che hanno voluto salutare gli amici che non ci sono più.
Il sindaco Luigi Barbieri che ha curato la Giornata della Memoria
insieme al Comitato Vittime dice: «Questo è il modo migliore per
tenere vivo il ricordo di chi non c'è più e per dire che tragedie
simili non devono più accadere». Commosso il presidente Frattura che
sottolinea come «il silenzio è il modo migliore per esprimere
vicinanza ai familiari delle vittime». Presente anche l'ex governatore
del Molise Michele Iorio e il procuratore capo di Larino oggi sindaco di
Modugno, Nicola Magrone. Anche il Consiglio regionale ha celebrato il
«Giorno della memoria». In aula 4 giovani disabili. «Spesso i nostri
handicap e i nostri disagi - hanno scritto i ragazzi - non sono oggetto
di attenzione da parte della politica. Noi vogliamo essere
protagonisti». Poi hanno preso la parola Giuseppe Sabusco, che ha
insistito sul tema della sicurezza scolastica, e un commosso Salvatore
Ciocca.
(fonte testo: iltempo.it)
L'anniversario del sisma
Il ricordo negli occhi di chi c’era, e la consapevolezza di chi non
era ancora nato. 11 anni dopo
Nel centro simbolo del terremoto del 31 ottobre 2002 il ricordo delle
vittime della scuola “Jovine” e delle due donne morte in paese. Alle
11.32 al cimitero i trenta rintocchi della campana e poi la
commemorazione nel parco costruito sulle macerie dell’edificio
crollato. Tanti i bambini e i ragazzi che hanno seguito i momenti e oggi
rappresentano la “nuova generazione” di San Giuliano di Puglia.
di
Fabrizio Occhionero San
Giuliano di Puglia. Li vedi con le magliette colorate che “gironzolano”
tra le vie del paese ricostruito. Sprizzano ancora più curiosità
quando, dalla grande rotonda all’ingresso, notano il corteo che dal
cimitero raggiunge il parco della memoria. In realtà, mentre giocano e
scherzano, come fanno tutti i bambini, sanno bene cosa sta succedendo.
Iniziano ad averne consapevolezza, loro che rappresentano la nuova
generazione del post-terremoto.
Alcuni di loro non hanno mai conosciuto un fratello o una sorella più
grande. Quelli che quel giorno – il 31 ottobre 2002 - si trovavano in
classe tra le pareti della scuola “Jovine” che all’improvviso sono
venute giù. I genitori gliel’hanno raccontato dopo, ora che sono un
po’ più grandi perché «è giusto che devono sapere». E anche una
foto esposta a casa o un disegno che sbuca dal cassetto oggi hanno un
senso in una famiglia che sembra più grande, con una “presenza” in
più che accompagna le esperienze di ogni giorno. Ma
la giornata della memoria non viene solo vissuta da chi quel giorno “non
c’era” ma soprattutto da chi, quando la terra ha tremato, in un
soffio ha perso tutto. Da chi è sopravvissuto e continua a camminare
con dignità lungo il percorso della vita e ascolta i trenta rintocchi
della campana posta all’ingresso del cimitero. Rintocchi che
scandiscono ogni singolo nome, quello di ventisette amici, della loro
maestra e di due donne morte in paese. Qualche istante in più di
attesa, quest’anno al cimitero, “animato” dal cinguettio degli
uccelli nascosti tra i cipressi, prima di potersi raccogliere tutti
insieme, in silenzio e in preghiera davanti alla campana, alle tombe o
semplicemente a casa. Rispetto, prima di tutto.
Dopo la preghiera e la benedizione del parroco, don Renato Grecu, il
corteo si è quindi avviato verso il paese. Accompagnato dal suono delle
sirene della Misericordia, di tanti volontari impegnati per tanto tempo
a San Giuliano e nel Molise ferito dal terremoto. Gonfaloni, corone di
fiori e poi tanta gente. Le autorità civili e militari e, tra loro, il
viceprefetto, Paola Galeone, il presidente della Regione, Paolo
Frattura, gli assessori e i consiglieri regionali e l’ex governatore,
Michele Iorio, il sindaco, Luigi Barbieri e l’amministrazione
comunale, il presidente del Comitato vittime, Antonio Morelli. In paese
è tornato anche l’attuale sindaco di Modugno, Nicola Magrone, già
Procuratore di Larino e, soprattutto, una persona vicina a chi in questi
difficili anni ha chiesto e ottenuto una risposta per un evento così
assurdo e crudele.
Il corteo ha attraversato i “giunchi artificiali” del parco della
memoria dove spicca il pilastro, un pezzo di cemento che lascia il senso
del vuoto in un luogo circondato dalle case e dalla vita che,
gradualmente, è ripresa. Ma con una ferita sempre aperta. Qui si è
svolto un secondo momento di commemorazione e sono state deposte delle
corone. Poi, chi ha voluto, si è intrattenuto vicino alle targhe di
ferro dove sono stati incisi i nomi di tutte le vittime. Giuseppe De
Lisio, otto anni, questa mattina ha accompagnato la mamma Felicetta per
portare dei palloncini bianchi vicino al “banco” di Melisa: «Non l’ho
mai conosciuta ma le voglio tanto bene e voglio fare questo in sua
memoria». Lui è un bambino come altri che si fermano, leggono i nomi e
i cognomi, le date di nascita e ti lasciano capire che: «Anche loro
sono nostri amici e li ricorderemo». Il senso più vero di una giornata
che consolida il valore della memoria. Per ricominciare, quando tutto
sembra finito, proprio da un sorriso.
(Pubblicato su primonumero.it il 31/10/2013)
Il
Molise ricorda la tragedia di San Giuliano di Puglia
Undici anni fa il sisma in cui persero la vita 27 scolari e la loro
maestra
A
11 anni dalla tragedia della scuola “Jovine”, si commemorano oggi i
27 bambini e la maestra morti nel crollo del 31 ottobre del 2002. Alle
11.32 la comunità del paese divenuto il simbolo del terremoto in Molise
si è ritrovata al cimitero davanti alle tombe dei piccoli per pregare e
ricordare il loro coraggio.
Alla
cerimonia hanno partecipato le autorità del paese, il Comitato vittime
della scuola, il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura,
amministratori regionali e comunali.
In serata, una fiaccolata seguita da una veglia di preghiera. Domani
sarà celebrata una messa solenne officiata dal vescovo di
Termoli-Larino, Gianfranco De Luca.
(fonte testo: primopianomolise)
I
rintocchi della campana in memoria delle vittime del sisma SAN
GIULIANO DI PUGLIA. Per l’undicesima volta da quel maledetto 31
ottobre 2002, alle 11.32, il mondo si è fermato nel Cratere e a San
Giuliano di Puglia. Il ricordo delle trenta vittime, dei 27 angeli
periti sotto le macerie della scuola Francesco Jovine e della maestra,
è vivo, troppo vivo, nella mente di tutti. Quelle
ore interminabili susseguite al crollo dell’edificio, con pompieri e
protezione civile, esercito e forze dell’ordine, al lavoro
disperatamente per salvare il maggior numero di bimbi.
Una drammatica operazione di soccorso amplificata nel mondo che scopriva
l’esistenza di un Molise isolato, poi ferito, infine lacerato e
dilaniato nel dolore e nella contrapposizione.
Per la prima volta da allora non è più governatore Michele Iorio, ma
tolta San Giuliano di Puglia, la ricostruzione è un rebus.
La cerimonia è stata vissuta con il silenzio e la riflessione d’uopo
per un evento commemorativo che affonda le radici in una storicità
intrisa di lutti e di sofferenze apocalittiche. I rintocchi della
campana nel cimitero, la processione di autorità e protezione civile
per le vie del paese e l’arrivo al parco dedicato agli angeli.
Tutto sembra come nei primi momenti dopo la tragedia collettiva, accanto
al sindaco Luigi Barbieri, per la prima volta, il presidente del Molise
Paolo Di Laura Frattura, che avrà colto i segnali di una comunità che
necessita di rifiorire, anche per non lasciare invano il sacrificio
degli Angeli e delle vittime.
(fonte testo: termolionline.it)
Terremoto
a San Giuliano, 11 anni dopo la ferita è ancora aperta:
i 30 rintocchi
scuotono le coscienze Alle 11.32 San Giuliano si
è fermato È l'undicesimo anno di ricorrenza della tragedia del
terremoto del 2002 che colpì il piccolo centro molisano causando la
caduta della scuola 'degli angeli'. In quella assurda tragedia che
spazzò via un intera classe di ragazzi, sono ben chiare le colpe di
chi, avrà per sempre la coscienza macchiata.
Un silenzio surreale quello nel cimitero di San Giuliano rotto
nell'esatto scoccare dell'ora del terremoto di 11 anni fa. 30 pesanti
rintocchi. Uno per uno nel ricordo dei 27 bambini morti sotto il crollo
della scuola insieme alla maestra di Colletorto e ad altre 2 donne
decedute nelle loro abitazioni. Negli occhi di chi c'era indelebili
quelle scene che faranno sempre male.
Tutti hanno perso un pezzo della propria vita li sotto. Parenti e gente
comune. Ogni anno la ricorrenza deve far tenere alta l'attenzione sulla
ricostruzione e soprattutto sulla sicurezza nelle scuole. Una lenta e
silenziosa processione, poi, dal cimitero al luogo della tragedia. Lì
oggi sorgono tante luci e tante piccole targhe in ricordo di tutti quei
piccoli. Oggi qualcuno di loro, oggi, sarebbe diventato maggiorenni. Il
ricordo è negli occhi di un genitore e di fratelli e sorelle che oggi,
come sempre, hanno pensato al proprio angelo e gli hanno rivolto una
preghiera.
(fonte testo: termoli.tv)
31
ottobre, giorno della Memoria. A Palazzo Moffa commemorazione con ospiti
speciali E'
il giorno della Memoria, il giorno del ricordo. Il giorno in cui il
Molise si ferma per ricordare la sua grande tragedia: il terremoto. Era
il 31 ottobre del 2002, sono passati undici anni. Alle 11.32 una
fortissima scossa portò morte e distruzione. A San Giuliano di Puglia
crollò la scuola elementare, morirono 27 bambini e la loro maestra. Il
sisma fece poi anche altre due vittime. Quattordici comuni subirono
danni serissimi agli edifici. Una ferita, quella del terremoto, ancora
aperta, non rimarginata: il dolore per le vittime, la ricostruzione
ancora non completata, comunità che da quel giorno non sono più le
stesse. Stamattina
come ogni anno la 'Giornata della Memoria' è stata celebrata in
Consiglio regionale con una seduta speciale. Dopo l'intervento del
presidente dell'Assemblea, Vincenzo Niro, hanno preso la parola un
esponente della maggioranza, Salvatore Ciocca (che si è commosso
parlando del dramma), e uno dell'opposizione, Giuseppe Sabusco. Infine
è toccato al governatore Paolo Frattura. Tutti hanno ricordato il
dramma, le vittime, i sopravvissuti. Quanto è stato fatto e quanto
resta ancora da fare nei comuni colpiti dal sisma. Alla
commemorazione nell'aula di Palazzo Moffa c'erano per l'occasione anche
quattro ospiti speciali, quattro ragazzi disabili, accompagnati dalla
loro educatrice, Elena Salvatore, e da una volontaria, Liliana Grieco.
Per un giorno si sono potuti sedere nei banchi solitamente destinati ai
consiglieri e stare accanto a loro. «Abbiamo risposto sì all'invito
dei presidenti Paolo Frattura e Vincenzo Niro - hanno detto Fabio, Luca,
Valentina e Samuele -. Spesso i nostri handicap e i nostri disagi non
sono oggetto di attenzione da parte della politica. Noi vogliamo invece
partecipare, essere protagonisti con il nostro punto di vista della vita
politica di tutti i giorni. Non siamo cittadini solo quando si vota! Lo
siamo sempre e lo siamo in maniera particolare». Poco
più tardi, alle 11.32, la commemorazione a San Giuliano di Puglia alla
presenza di tutte le autorità. Come ogni anno i rintocchi di una
campana hanno ricordato le vittime del crollo della scuola Jovine.
(fonte testo: primapaginamolise.it)
Il
messaggio del Presidente Niro in occasione della “Giornata della
memoria” “Sono
passati undici anni dal tragico terremoto che il 31 ottobre del 2002
provocò il tremendo crollo della scuola “Francesco Jovine” di San
Giuliano di Puglia, causando la morte di ventisette bambini e della loro
maestra. Oggi come allora quel ricordo continua a scuotere l’animo di
ogni molisano e a suscitare l’attenzione e la commozione dell’intera
Nazione.
Da quel giorno puntualmente si sono rinnovate le celebrazioni
commemorative in ricordo di quelli che oramai sono conosciuti da tutta
la comunità molisana come piccoli “Angeli” e, a partire dallo
scorso anno, è stata proclamata dal comune di San Giuliano di Puglia la
“Giornata della Memoria” e di lutto cittadino. Oggi, dunque, ci
stringiamo nuovamente attorno a quelle vittime innocenti e lo facciamo
sempre con maggiore consapevolezza, assumendoci come Istituzioni il
massimo impegno per garantire la continuità e il consolidamento di
politiche di intervento volte alla messa in sicurezza degli edifici
scolastici. Questo è l’unico comportamento che possiamo adottare per
scongiurare la riproposizione in futuro di una sciagura come quella che
ha toccato la nostra regione nel 2002.
Con questi sentimenti di profonda partecipazione sono vicino a tutta la
cittadinanza di San Giuliano di Puglia, ai familiari delle vittime e a
quei ragazzi che, pur scampando la tragedia, ne sono rimasti
indelebilmente segnati”.
(fonte testo: primapaginamolise.it)
Undici
anni fa crollò la scuola di San Giuliano, oggi 9 edifici su 10 in
Molise non sono "conformi"
SAN GIULIANO DI PUGLIA. In occasione della ricorrenza del terremoto in
Molise tornano alla mente le immagini del drammatico crollo della scuola
di San Giuliano di Puglia e dei lutti che ha determinato. In questi anni
l’impegno della Flc Cigl Molise si è concentrato nella richiesta di
politiche che garantissero scuole che rispettassero le norme relative
alla sicurezza dei luoghi pubblici.
Però, ad esempio, nell’anagrafe dell’edilizia scolastica pubblicata
dal Miur a settembre di quest’anno, dei 316 plessi molisani - come ci
dice Sergio Sorella - evidenzia dati emlematici.
I 91,4% degli istituti non è stato progettato con normativa antisismica
(contro una media nazionale del 55,5%). Ma c'è di più: il 94,% non ha
certificato di conformità (contro una media nazionale del 54,1%), l’84,6%
non ha il certificato di relazione geotecnica (contro una media
nazionale del 53,3%), l’83,1% non ha il certificato di relazione
geologica, (contro una media nazionale del 52,2%), l’82,6% non ha il
certificato di prevenzione incendi e il 12,3 % non ha la certificazione
per la verifica sismica.
Il 5% degli edifici scolastici del Molise è ancora costituito da
strutture prefabbricate e provvisorie (Bonefro, Colletorto, Bojano,
Venafro). Il 7% delle scuole è ospitato in edifici ad uso promiscuo
(condomini, supermercati, ecc.).
Ancora il 6% delle scuole è in affitto. La sola provincia di Campobasso
spende per le scuole superiori oltre 2.400.000 euro all’anno che vanno
in tasca ai privati. Solo 1 scuola molisana su 2 è ospitata in edifici
in cemento armato. Solo 1 scuola su 5 risulta ospitata in edifici di
edilizia recente (meno di 10 anni); 3 su 5 in edifici costruiti prima
del sisma dell’Irpinia.
"Un quadro simile a quello che avevamo denunciato - afferma Sorella
- nel Convegno regionale "A scuola sicuri" lo scorso novembre.
In quell’occasione abbiamo fatto proposte specifiche quali: un piano
nazionale per l'edilizia scolastica, con tempi e risorse certe; un piano
per la sicurezza degli edifici scolastici fatto dal governo regionale;
adeguati investimenti sul terreno della formazione e dell’informazione;
la costituzione di un tavolo permanente di coordinamento delle attività
tra i soggetti istituzionali coinvolti, per una costante azione di
monitoraggio e che concentri gli interventi necessari per la messa a
norma delle istituzioni scolastiche.
Abbiamo proposto anche il Fascicolo del fabbricato scolastico (gestito
necessariamente dalla scuola) che rappresenti la storia degli interventi
fatti sulla struttura, ne segua le fasi e documenti tutto ciò che si è
fatto. Gli studenti molisani hanno bisogno di scuole sicure, di spazi
adeguati, di tempi distesi, di integrazione ed accoglienza. Solo così
potranno sviluppare le loro potenzialità e la loro voglia di esserci
nel mondo da protagonisti.
Anche così avremo contribuito a rendere giustizia all’assurda
tragedia di San Giuliano. Faremo in modo - continua Sorella - che ai
tristi e luttuosi colori delle macerie si sostituiscano quelli della
vita: il giallo simbolo dell’attenzione, della prevenzione e della
rinascita, il blu a rappresentare la prospettiva futura e la speranza,
il rosso a marcare l’impegno e la determinazione, il verde a indicare
l’accresciuta consapevolezza della strada da intraprendere per dare un
futuro ai sogni ed, infine, il bianco limpido come il foglio di carta su
cui i bambini disegnano i percorsi della loro vita con la penna del
sorriso".
(fonte testo: termoli.tv) |