Scorre
veloce la vita, ma ci sono ferite che non si rimarginano neppure col
passare del tempo, di tanto tempo! Sono passati, infatti, dodici anni da
quando una terribile scossa di terremoto, associata all'imperizia umana,
ci ha portato via 28 giovani vite di cui 27 bambini in tenera
età.
Ogni anno, alle cerimonie di commemorazione alcuni partecipano solo per
dovere istituzionale e si limitano a questo. Oltre che segnati dal lutto
nel profondo dei cuori, gli abitanti del territorio frentano fanno
ancora i conti con una ricostruzione che dubitano possa mai concludersi.
In tanti sono ancora alloggiati in abitazioni provvisorie ed in larga
parte sono persone anziane, le più deboli, quelle incapaci di sbattere
i pugni sui tavoli del potere, quelle cui nessuno dà voce. Si è
proceduto, in molti casi, a ricostruire quelli che erano ruderi ben
prima del terremoto, ma non ancora si provvede a ridare una casa a dei
poveri vecchi.
A questo territorio, devastato dal terremoto, sfiancato dalla crisi
economica e da lungo tempo ignorato dai governi regionali, si sta
cercando di scippare anche quello che rimane dei servizi essenziali,
necessari ad uno svolgimento dignitoso della vita di una comunità. Il
riferimento, naturalmente, è all'assistenza sanitaria che in
Basso-Molise, ormai non è più garantita.
Il disavanzo ed il conseguente blocco del turn over hanno determinato la
soppressione o il malfunzionamento di diversi reparti: un esempio su
tutti, l'ortopedia del "S. Timoteo" di Termoli, da oltre un
anno privo di un primario titolare, ed assolutamente inadeguato a
garantire standards qualitativi accettabili del servizio, come
dimostrano le recensioni reperibili al sito http://www.qsalute.it/ortopedia-ospedale-termoli/
Aumenta, dunque, la mobilità verso le strutture sanitarie delle
regioni limitrofe ma si persevera in un ostinato quanto stupido taglio
degli ospedali pubblici spacciandolo per razionalizzazione. Gli effetti
più penalizzanti si stanno registrando nel Basso-Molise laddove
insistono solo strutture pubbliche, sulle quali, appunto, si è deciso
di adoperare la scure. L'ultimo episodio di inquinamento riscontrato
all'emo-dialisi dell'ospedale termolese, ha evidenziato ancora una volta
quanto sia indispensabile poter contare sulla presenza di una struttura
alternativa, quale è il Vietri di Larino, per poter assicurare i
servizi alle popolazioni della fascia costiera.
Queste ed altre motivazioni, anche di carattere squisitamente giuridico,
sono state sottoposte al TAR per il Molise con l'ultimo ricorso promosso
dall'Associazione "Comitato Civico Frentano" ma il Giudice
Amministrativo le ha ritenute non degne di accoglimento. Con
un'Ordinanza inopportuna, sia nella terminologia che nei contenuti,
laddove si afferma "che si tratta di una razionalizzazione della
rete che motivatamente riconverte la struttura ospedaliera di Larino
(CB) in una struttura per riabilitazione, lungodegenza ed un servizio
118", il TAR ha palesemente inteso soddisfare esigenze politiche
piuttosto che tutelare il diritto alla salute dei cittadini del
Basso-Molise. Se si vivessero le situazioni reali, si percorresse la
dissestata rete viaria che connette i centri del territorio frentano, ci
si renderebbe conto della differenza che passa tra un reparto di
emergenza-urgenza ed un servizio 118. Sarebbe chiaro che reparti di
riabilitazione e lungodegenza con complessivi 34 posti, meno della metà
degli almeno 72 necessari a soddisfare un bacino come il Basso-Molise,
con personale insufficiente e precario costretto a turni massacranti,
non vogliono dire riconversione ma chiusura inevitabile di una struttura
che risulterebbe un contenitore sproporzionato per tale esiguità di
contenuti.
Fuori dalla torre di avorio ci si renderebbe conto che, mentre si
chiudono o si riducono all'osso gli ospedali pubblici, dietro il
paravento del disavanzo (del quale, peraltro, non si viene a capo
nonostante gli esorbitanti costi di commissari, sub-commissari e
dirigenti, guarda caso tutti o quasi di "fede Cattolica"), si
apre un centro di riabilitazione privato a Salcito. Fuoriuscendo dalla
torre di avorio QUALCUNO forse potrebbe spiegare se in regime di
disavanzo sia legittimo accreditare un'altra struttura privata e, se non
accreditata, sotto quale forma le sono state rimborsate le prestazioni
fino ad oggi? Se non si girasse sempre dall'altra parte, QUALCUNO forse
potrebbe rilevare che un noto proprietario di strutture sanitarie
private finisce sempre col fare parte, in prima o per interposta
persona, dei governi di questa regione, qualsiasi colore politico
abbiano. QUALCUNO potrebbe magari, finalmente, stabilire se tutto questo
sia legale e legittimo. Perchè, alla luce di tutto ciò, i cittadini
del Basso-Molise, area che a detta del TAR "non ha peculiarità
socio-territoriali", non chiedono alcun "trattamento di
speciale favore o attenzione" ma solo giustizia!
Larino,
21 novembre 2014
Associazione
"Comitato Civico Frentano" |