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riceviamo e pubblichiamo V'angelo di Vincenzo Mascia |
Ha
destato non poche curiosità - presso il Palazzo Vescovile di Termoli -
l'opera dell'artista santacrocese Vincenzo Mascia - realizzata in
occasione della mostra "Gli angeli messaggeri di Dio". Si tratta
di una composizione che sorprende e pone non pochi interrogativi. Il
contenuto - mediante la disposizione singolare di elementi concreti -
appartenenti ad un vissuto personale - invita chiunque a percepire la
presenza degli angeli. Ed a rendere intellegibile un immaginario che
scavalca il vero in una logica spirituale bagnata dalla voce della fede
e dai sogni della memoria. L'opera - come si può vedere nell'immagine -
incornicia delicatamente - su una candida superficie - le pagine aperte
di un Vangelo semicoperto da tre penne parallele, sovrapposte da
altrettante piume morbide e delicatissime - che sembrano dare vita al
respiro impercettibile di un continuo soffio vitale. Tutto proteso a
costruire la presenza di un angelo senza corpo. Sotto i dati concreti,
s'impone la scritta v'angelo, con la lettera minuscola. Qui è chiaro il
gioco della metafora. L'operazione grafica è straordinariamente
creativa. Grazie ad una sorta di tmesi ortografica manda in frantumi i
canoni della tradizione grammaticale per riscrivere una nuova atmosfera
semantica, alquanto dinamica. Vangelo-v'angelo. Il linguaggio acerbo
della comunicazione improvvisamente matura. Il vocabolo - senz'accento
sulla penultima sillaba - chiarifica la presenza dell'angelo.
Stranamente affascina e coinvolge emotivamente anche nella sua
operazione lessicale. Vangelo - v'angelo. Forse per dire con questo
paradigma: "Vai angelo. Necessita la tua presenza. Riappropriati
delle tue ali che ti hanno strappato. Il mondo degli uomini ha bisogno
del tuo amore per evitare le innumerevoli azioni criminali che
calpestano la gioia e la voglia di vivere". Luigi Pizzuto |
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