Santa Croce di Magliano, mercoledì 24 agosto 2016

     

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vincenzo mascia << 16/31 agosto << 2016 << home

 

 

 

riceviamo e pubblichiamo


V'angelo di Vincenzo Mascia


 

Ha destato non poche curiosità - presso il Palazzo Vescovile di Termoli - l'opera dell'artista santacrocese Vincenzo Mascia - realizzata in occasione della mostra "Gli angeli messaggeri di Dio"
Il titolo dell'opera dell'artista - premiato recentemente a Noi artisti di questa terra - è V'angelo. 

Si tratta di una composizione che sorprende e pone non pochi interrogativi. Il contenuto - mediante la disposizione singolare di elementi concreti - appartenenti ad un vissuto personale - invita chiunque a percepire la presenza degli angeli. Ed a rendere intellegibile un immaginario che scavalca il vero in una logica spirituale bagnata dalla voce della fede e dai sogni della memoria. L'opera - come si può vedere nell'immagine - incornicia delicatamente - su una candida superficie - le pagine aperte di un Vangelo semicoperto da tre penne parallele, sovrapposte da altrettante piume morbide e delicatissime - che sembrano dare vita al respiro impercettibile di un continuo soffio vitale. Tutto proteso a costruire la presenza di un angelo senza corpo. Sotto i dati concreti, s'impone la scritta v'angelo, con la lettera minuscola. Qui è chiaro il gioco della metafora. L'operazione grafica è straordinariamente creativa. Grazie ad una sorta di tmesi ortografica manda in frantumi i canoni della tradizione grammaticale per riscrivere una nuova atmosfera semantica, alquanto dinamica. Vangelo-v'angelo. Il linguaggio acerbo della comunicazione improvvisamente matura. Il vocabolo - senz'accento sulla penultima sillaba - chiarifica la presenza dell'angelo. Stranamente affascina e coinvolge emotivamente anche nella sua operazione lessicale. Vangelo - v'angelo. Forse per dire con questo paradigma: "Vai angelo. Necessita la tua presenza. Riappropriati delle tue ali che ti hanno strappato. Il mondo degli uomini ha bisogno del tuo amore per evitare le innumerevoli azioni criminali che calpestano la gioia e la voglia di vivere". 
Il quadro produce un racconto evocativo ad alta valenza educativa. Nei suoi pochi elementi simbolici consente di cogliere anche il sussurro di un'atmosfera piacevole, freschissima, di fanciullesca memoria. Quando le mamme - appunto - da bambini, prima di andare a letto, ci ricordavano di recitare la preghiera dell'Angelo custode. Un'entità spirituale tra cielo e terra. Una presenza celestiale, silenziosa, attenta, che - fin dalla nascita - prende in custodia la vita di ogni bambino. Un viaggio della memoria, nel mondo dei ricordi, per riaffermare i valori del cuore e l'amore per gli altri, l'attaccamento alle proprie radici, alla propria identità, alle figure familiari, ai componenti del proprio contesto di vita. L'angelo, un raggio divino che ti sta sempre vicino, che porta calore ed amore in ogni cuore fino alla fine del proprio cammino. "Gli angeli - afferma Paulo Coelho in Le Valchirie - sono amore in movimento. Amore che non si ferma mai, che lotta per crescere, che sta al di là del bene e del male. Quell'amore che tutto divora, che tutto distrugge, che tutto perdona. Gli angeli rappresentano l'incarnazione di questo amore e, nel contempo, ne sono i messaggeri". Vincenzo Mascia in V'angelo materializza - dunque - la presenza dell'angelo - per far percepire il sussulto di una creatura che agisce soltanto per il bene comune.

Luigi Pizzuto

 


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