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ricorrenza 12 gennaio 1921 - 12 gennaio 2021. A cento anni dalla morte di Raffaele Capriglione, in esclusiva per SantaCroceOnLine, riceviamo e pubblichiamo articolo a firma di Michele Castelli, autore della fondamentale Antologia Poetica Dialettale | Link storici: nel 2007 l'intitolazione del Liceo Scientifico; nel 2016 la ristampa della Settimana Santa; nel 2018 l'apertura della Sala Capriglione al Sacrocam |
A CENTO ANNI DALLA MORTE DI RAFFAELE CAPRIGLIONE di Michele Castelli
L’ironia, in particolare, per canzonare bonariamente non solo i personaggi e le circostanze delle sue composizioni ma principalmente sé stesso, si convertirà in una particolarità che l’accompagnerà durante tutta la sua breve esistenza. È lo scherzo ingenuo, mai pungente, provocato appena per strappare sorrisi in quei tempi di guerre, pestilenze, povertà e rassegnazione. Un aneddoto narrato dalla figlia Anna a chi scrive, ne dà la dimensione fin dagli anni più giovani. “Papà – racconta – era studente dei primi anni di Medicina. Allora gli studenti universitari non erano molti e l’Università era frequentata di solito dai più abbienti per cui con qualche mancia agli inservienti si poteva portare a casa, nascostamente, qualche pezzo anatomico per studiarlo. Non so come fece papà si portò a casa uno scheletro intero smontato e lo teneva nascosto. Una sera che il padre era rimasto in campagna e in casa c’erano solo le serve, i due vecchi zii preti, l’avvocato e la zia monaca ed essendosi ritirati tutti nelle loro camere, a papà venne in mente di fare una burla alle sorelle. Le cinque ragazze si attardavano a tavola dopo cena e si dilettavano ad ascoltare il fratello che le allietava con i racconti della città. Ad un certo punto papà disse alle sorelle: ‘Sapete, c’è un ospite che bisogna ricevere.’ ‘Oddio, ce lo dici adesso? Ci dobbiamo cambiare.’ ‘Non importa, tanto non ci vede.’ ‘Come non ci vede? Poveretto, è cieco?’ ‘E sì, è cieco, ma non ci sente neppure e non parla.’ ‘Ma che dici!’ ‘E sì, è cieco, sordo e muto.’ Le ragazze cominciarono a innervosirsi ed anche le donne di servizio che erano intente a sparecchiare restarono perplesse. ‘Bene, lo vado a chiamare.’ E si presentò con lo scheletro; la testa infilata nell’indice, il tronco nel braccio e le gambe a cavalcioni sull’altro braccio. All’apparizione si puó immaginare il terrore delle ragazze e delle serve: strilli, urla, svenimenti... e lui rimase lì come un allocco inebetito. A tanto frastuono arrivò il “previtone” Don Pasquale con il revolver spianato credendo chissà quale aggressione nel vedere le nipoti svenute e terrorizzate. Gli corse appresso urlando ‘ti sparo, ti sparo.’ Papà si rifugiò nella stalla, mise lo scheletro nella mangiatoia e lui vi dormì sotto in compagnia dei cavalli ruminanti e così rimase lì tutta la notte...” Quello scheletro – aggiungo io – poi ricostruito fu condotto nella Chiesa di San Giacomo e collocato su di un catafalco con un falcione in mano, simbolo della morte, nel mese di Novembre di ogni anno fino al termine del primo conflitto mondiale.
Morì povero, "lasciando in retaggio una lezione e un esempio di stile fermo e severo e di fedeltà a certi valori – scriverà Moffa nel 1964 – perché possedeva la saggezza che fa riconoscere la sterilità nascosta nell'egoismo e insieme aveva l'intuizione che conduce con naturale spontaneità alla rinuncia della mercede con una generosità così piena da far pensare alla gioia della dedizione più assoluta. Il suo animo era forte e gentile, come di chi, poeta autentico, affonda lo sguardo di là del limite e vede in alto e lontano". Oggi 12 gennaio del 2021, quando si compiono cento anni dalla morte del nostro illustre cittadino e poeta, i santacrocesi dobbiamo sentirci fieri del retaggio ricevuto, e assumere l’impegno di mantenerlo vivo nelle coscienze delle future generazioni.
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LINK DI APPROFONDIMENTO
Sito web del professore Michele Castelli
Antologia poetica dialettale di Raffaele Capriglione
Nel 1957 il Comune di Santa Croce di Magliano volle rendere un sentito
tributo alla memoria del figlio illustre, e in quella che fu la casa
nativa, venne murata una lapide che con scrittura incisiva, forse ideata
dal medico e giornalista Angelo Tatta, sintetizza per la posterità la
vigorosa personalità artistica e umana di Raffaele Capriglione. Si legge
testualmente:
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illustrazione di Pietro Mastrangelo (1987) ***
le pubblicazioni del "Progetto Dorraffajele" (anni '90) - edizioni ENNE ***
dalle news di SantaCroceOnline INTITOLAZIONE LICEO SCIENTIFICO A RAFFAELE CAPRIGLIONE
giovedì 08 marzo 2007
giovedì 29 marzo 2007
LA SETTIMANA SANTA
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mercoledì 04 maggio 2016
INTITOLAZIONE SALA CAPRIGLIONE
lunedì 04 giugno 2018
martedì 03 luglio 2018
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