Di Regina
Cosco
da nel molise.it
Era il
marzo del 2013, quando all'età di settantasei anni, cardinale Bergoglio
venne eletto Papa.
Inizia da qui la sua rivoluzione in dodici anni di pontificato: dalla
scelta del nome del Santo di Assisi - Francesco - il frate che volle
farsi povero tra i poveri, passando per la scelta di riciclare paramenti
pomposi, fino alla scelta di vivere a Santa Marta (il residence
all'interno del Vaticano), e non più nel sontuoso palazzo apostolico che
avrebbe utilizzato soltanto per le udienze e gli incontri ufficiali.
È il carattere e lo stile di Bergoglio a coinvolgere i fedeli, uno stile
pastorale tipico di chi ha vissuto per strada fra i sobborghi di Buenos
Aires, di chi ha toccato con mano la miseria diventando stremo difensore
dei diritti degli ultimi e degli invisibili. Bergoglio si è mostrato
accanto ai senza tetto, ai detenuti, ai divorziati, agli ammalati, ai
bambini e agli anziani.
Il suo è stato un pontificato finito spesso nel mirino di chi l'ho
accusava di essere un eretico e di voler distruggere l'immagine del Papa
ideale, di chi ha criticato le sue aperture e il suo modo di comunicare.
Il lockdown imposto durante la pandemia da COVID-19 è stata una sfida
per il suo pontificato, per un Papa abituato a stringer mano e ad
abbracciare i fedeli.
Decise di camminare per una Roma deserta in pellegrinaggio verso il
crocifisso miracoloso custodito nella chiesa di 'San Marcello al corso':
un papa anziano che, sotto la pioggia e con le sirene delle ambulanze in
sottofondo, portava sulle spalle le preoccupazioni e le paure del mondo.
Ha mantenuto la tradizione dei viaggi, ma come per i cardinali, scelse
le periferie e non le grandi capitali.
Ha speso parole per i conflitti che assediano i popoli, dalla guerra in
Ucraina alla guerra in Medio Oriente.
Non ultimo, ha voluto dedicare il Giubileo del 2025 al tema della
Speranza, senza timore di mostrarsi al mondo affaticato davanti alla
Porta Santa della Basilica di San Pietro.
Ha manifestato sempre tutto il suo amore per Cristo e una fede granitica
attraverso la preghiera fino al suo ultimo giorno da pontefice, con un
lascito all'umanità intera e un augurio che rimarrà per sempre.
Papa Francesco ci lascia nel giorno del lunedì dell'angelo, all'indomani
della Pasqua e nel cuore dell'anno giubilare 2025: dolore e gloria.
La redazione di Nel Molise.it e il direttore Nicola De Francesco, si
uniscono al dolore di chi oggi, ovunque nel mondo, piange un grande
testimone del nostro tempo. |