Santa Croce di Magliano, lunedì 28 aprile 2025

     

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Ultimo sabato di aprile 2025. Record di presenze in paese. La tradizione santacrocese nell'interesse di tutti i media regionali...


 

 

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Santa Croce di Magliano - L'ultimo sabato d'aprile 2025
Viaggio in Molise - Puntata 10577

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Ultimo sabato d'aprile a Santa Croce di Magliano, tradizione si rinnova
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A Santa Croce di Magliano la benedizione degli animali
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>> Primo Piano Molise, 28/04/2025

Tradizioni
U luteme sabbete d’abbrile: da sempre la festa di tutti a Santa Croce
L'edizione 2025 di 'U luteme sabbete d'abbrile è stata un successone: la storia e cosa si cela dietro ad una delle tradizioni più antiche e sentite del nostro territorio

di Flavio Casciano
da primonumero.it

Come ogni anno a Santa Croce di Magliano la popolazione si è riunita numerosissima tra le vie della città per celebrare la festa che unisce la devozione alla Madonna dell’Incoronata e l’omaggio alla primavera.

Come glielo spieghi, però, a chi non conosce, il significato d’ “U luteme sabbete d’abbrile”? A chi è ignorante (N.B. nel senso letterale del termine “ignorare” -> non conoscere), a chi ha la sfortuna di abitare troppo lontano e non riuscire a viverla in prima persona, a chi magari l’ha vissuta ma ne ha dimenticato le sensazioni o, paradossalmente, anche a chi potrebbe viverla – talvolta la vive anche – ma non ha la minima idea di come si faccia.

Per i più neofiti, U luteme sabbete d’abbrile è la ricorrenza in cui a Santa di Croce di Magliano si celebra la Madonna dell’Incoronata, in una giornata di festa che coinvolge, da sempre, tutti. Uomini e donne, grandi e bambini, animali di grossa e piccola taglia, quadrupedi e bipedi. Nessuno escluso. È l’occasione per dare finalmente il benvenuto alla primavera, come ci ricordano i versi dell’omonima poesia di Raffaele Capriglione, ormai da anni manifesto di questa giornata speciale:

Quann« rir« ngièl’u sóle,
quanne scòppen’i viòle,
quànn’a tèrre ze revèste
ze fa bbèlle e métte mbèste

Messi da parte i convenevoli, facendo un passo indietro alla domanda iniziale, cos’è che rende speciale un talvolta uggioso, talvolta torrido, sabato primaverile? Per le vie – ma soprattutto per le periferie – del paese, la festa inizia settimane prima. La preparazione degli animali, il “trucco e parrucco”, le lunghe passeggiate di prova per testare il feeling con il proprio compagno di viaggio, sono il più bello e misterioso backstage che solamente una festa del genere può regalare.

Tutto qua? Spiace deludervi ma, probabilmente, a parole sì. È tutto qua. Sarebbe difficile infatti trovarne altre per descrivere l’adrenalina e l’insonnia dei giorni subito precedenti. Il pensiero fisso, le lancette che – a poche ore dall’inizio – sembrano farti sempre lo stesso scherzo: “ma perché non vi muovete?” E invece si muovono eccome, addirittura troppo velocemente nel corso della mattinata, quando, un gruppo per volta, mandrie di animali attraversano le vie del corso principale prima dei tre giri attorno alla Chiesa San Giacomo. Il paradosso di settimane di attesa esauritesi in poche centinaia di metri. Passeggiate di ore, meno quelle di sonno, ripagate da cosa? Il dubbio è lecito…

Ciò che rimane e che, metaforicamente, ripaga tutta la fatica e l’inevitabile stress accumulato, sono gli indelebili ricordi e le sensazioni sulla pelle che neanche lo scorrere del tempo riuscirà a cancellare. L’adrenalina a mille, gli sguardi di intesa, di sana presunzione e, inevitabilmente, di paura. La sensazione di sentirsi un unicum, di non avere rivali, di essere importanti tutti allo stesso modo.

È proprio in questo che U luteme sabbete d’abbrile trova concretezza. Non esisterebbe festa solo con fantini esperti, così come non esisterebbe solo con quelli imbranati – nel senso affettuoso del termine, anche chi scrive fa parte di loro. Non sarebbe sabato, per quest’anno domenica (la manifestazione si è svolta il 27 aprile, rinviata per via delle esequie del Pontefice, ndr), con i soli gruppi numericamente piccoli. Non lo sarebbe senza il caos, senza un po’ di sana follia, senza “caravasc”, senza treccia, senza banda e senza degli inevitabili imprevisti. Non sarebbe lo stesso senza i gruppi più longevi, le tantissime famiglie che ormai da decenni portano avanti questa storica tradizione; ma non lo sarebbe neanche senza i nuovi gruppi, grazie ai quali questa straordinaria giornata di festa continua a divertire ed emozionare sempre più persone.

L’ultima edizione ne è stata l’ennesima dimostrazione. Le vie del paese in festa per tutta la giornata, nonostante l’insolita posticipazione alla domenica. Si è partiti in tarda mattinata con la classica Messa in onore della Madonna e la sfilata per le vie della città. Poi il rapidissimo pit stop per rifocillare cavalli e cavalieri, prima della Processione pomeridiana in cui il protagonista, insieme alla Madonna, è stato come ogni anno lo Scarciacappe. Una giornata di festa che, quest’anno, è potuta proseguire fino a tarda nottata, grazie al contributo della neonata associazione “I Cavalieri dell’Incoronata APS”, principali artefici, insieme al parroco del paese Don Costantino, dell’impeccabile riuscita della festività.

Santa Croce di Magliano riesce ogni anno nell’impresa di creare una festa in cui non esistono protagonisti, né vincitori né vinti, ma solo tanta devozione e voglia di creare ricordi indelebili.

La verità è che, nonostante tutto, ne varrà sempre la pena.

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