Santa Croce di Magliano, sabato 07 giugno 2025

     

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il ricordo


Santa Croce di Magliano. L'ex provveditore Giuseppe Colombo ricorda il prof. Angelo Mastrangelo.


 

Mi rendo perfettamente conto che sono diverse volte che porgo le mie riflessioni alle considerazioni dei miei compaesani, sovraesponendo la mia persona (teoria di McLuhan), ma non posso sottrarmi nel ricordare docenti che hanno formato intere generazioni di studenti, come lo stimatissimo prof. Angelo Mastrangelo.

Docente di scienze matematiche, nonché libero professionista nel campo della consulenza del lavoro, ha dedicato parte della sua vita alla formazione dei giovani studenti alla Scuola Media Statale “Michele Del Gatto” di Santa Croce di Magliano.

Egli ha svolto la funzione docente con determinazione e tenacia, pretendendo dai suoi alunni il massimo ascolto e partecipazione alle attività didattico-educative, consapevole che essi stavano attraversando la cosiddetta “crisi puberale” tipica della fase preadolescenziale, in cui i ragazzi iniziavano a sperimentare cambiamenti fisici, emotivi e sociali in preparazione all’adolescenza.

Stipulava con gli allievi un patto educativo ferreo che implicava la responsabilità di ciascuno alla gestione della classe, anche quando il professore per qualsiasi ragione si fosse assentato, per cui il silenzio, scusate l’ossimoro, diventava “assordante” per chi faticava ad avere l’attenzione degli interlocutori.

Nella Scuola definita “Atene del Molise”, come per i Sofisti, era di prassi affidarsi alla "retorica", buona eloquenza, e alla "paideia", continua formazione e autoformazione professionale. Pertanto, si pretendeva dagli alunni e dagli stessi docenti “il massimo individualmente possibile”. Ossia chi poteva raggiungere risultati eccellenti non poteva accontentarsi della sufficienza, ma chi non riusciva a raggiungere la sufficienza, secondo l’art.3 della Costituzione, uguaglianza formale e sostanziale, doveva essere supportato e sostenuto nel suo percorso educativo.

E il prof. Mastrangelo, soprattutto nei consigli di classe e agli esami di licenza media diventava il “tribuno” degli alunni, aiutandoli e incoraggiandoli, conoscendo a menadito il loro contesto socio-familiare.

L’esperienza sportiva, prima come giocatore della squadra di calcio della Turris e, poi, come dirigente, lo ha forgiato ancora di più nella sua tempra di persona e di professionista, sempre pronto al sorriso e a immedesimarsi nei sentimenti e negli stati d’animo degli altri.

Sempre elegante e empatico riusciva a stabilire validi rapporti interpersonali e spesso dietro la corazza protettiva, si nascondeva un animo gentile e cortese che esondava amore e, innanzitutto, rispetto.

Nella consapevolezza che l’uomo è l’unico essere vivente che sa di dover morire, quando ci si incontrava, nell’abbraccio più affettuoso, in pochi secondi ci si riportava ai ricordi più intensi di chi non era più con noi.

Ai suoi figli, Donato e Belisario, e alla moglie, Dora, e a tutti noi ha lasciato un’eredità di preziosi insegnamenti e buoni sentimenti, non possiamo far altro che ricordarlo nel modo in cui lui possa essere sempre presente tra di noi.

Professor Giuseppe Colombo

 


 


 

 

 



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