E’ davvero
difficile, in questo momento particolare di cordoglio, riuscire a
trovare le parole giuste per poter rappresentare quella che è stata
l’incarnazione della passione sbocciata tra il prof. Giovanni Di
Stefano, docente di discipline tecniche, e lo sport vissuta, a piene
mani, prima come portiere della squadra di calcio dell’ “Unione sportiva
santacrocese”, negli anni 1960-70, quando i campi sportivi erano pieni
di zolle e sembravano terreni agricoli, poi in qualità di presidente
della “Turris” , allorquando la squadra militava nel girone del
campionato di Eccellenza (anni ’90-91), “periodo d’oro” della compagine
santacrocese.
La stessa passione veniva traslata nella direzione dell’Istituto tecnico
professionale Statale sorto a Santa Croce di Magliano negli anni ‘60,
diventando così l’unica scuola superiore, ma di durata triennale, che
preparava tecnici, di specializzazione meccanica, per il territorio
(FIAT, industrie metalmeccaniche, libera professione, ecc.) o per
proseguire gli studi nel capoluogo molisano.
Egli, con il team docenti, aveva instaurato una sorta di transazione
nello sviluppare un piano di lavoro che potesse coinvolgere i giovani
studenti, in un contesto deprivato culturalmente e socialmente, dove
solo i figli delle famiglie benestanti potevano acculturarsi,
stimolandoli in una giusta e sana emulazione.
Dietro la sua personalità che poteva sembrare burbera, si celava
un’anima generosa, sensibile, cortese, rispettosa dell’altrui persona e
soprattutto degli studenti provenienti, per la maggior parte dei casi,
da famiglie con difficoltà, garantendo loro sostegno
affettivo-relazionale.
Molti giovani in questo modo hanno potuto guadagnare quel prestigio
necessario per aumentare l’autostima e sperimentare percorsi scolastici
più impegnativi.
Lavorava in un contesto dove la scuola che gestiva, soprattutto, dopo il
decollo del liceo scientifico avvenuto nel 1968, veniva considerata, per
la conseguente asimmetria, di serie inferiore. Tuttavia, prestando
servizio al di là di ogni orario, contribuiva a decondizionare i suoi
studenti e a motivarli per nuovi impegni di riscatto culturale e
sociale.
La sua scommessa nel potenziare i laboratori e promuovendo l’attivazione
della didattica delle “intelligenze multiple” , quando non ancora si
conosceva il pedagogista Gardner, aveva permesso ai giovani di potersi
cimentare con discipline tecnico-scientifiche, nonché umanistiche,
utilizzando continuamente la cosiddetta “discussione maieutica”,
sviluppata sempre per promuovere la personalità di ciascuno.
Il medesimo, senza ostentare, aveva in modo latente, attivato una
“rivoluzione” di pensiero e questo è il bel ricordo che si possa
conservare.
Ai parenti tutti giungano i sentimenti più sinceri di vicinanza e
partecipazione all’immenso dolore, con la speranza che il tempo possa
lenire la sofferenza per la dipartita del proprio Caro.
ricordo a cura di Giuseppe Colombo |